Iniziamo con la parte un po’ più noiosa del corso, ma indispensabile per un buon cantante per essere, appunto, definito tale. Niente paura però!!! E’ solo “un’infarinatura” per permettere a chiunque di avere conoscenze di base (se non le avete già) della teoria musicale.
Il suono e le sue caratteristiche
Il suono è l'elemento che costituisce la musica ed è riconoscibile attraverso quattro attributi: Altezza, Durata, Timbro e Intensità.
L'altezza di un suono è ciò che ci permette di dire se un suono è grave (basso) o acuto (alto).
La durata è la proprietà del suono di durare nel tempo. Durate diverse di suoni successivi danno vita al ritmo (disposizione dei suoni nel tempo).
Il timbro è l'impronta che un certo strumento dà al suono. E' quindi quella caratteristica che ci permette di distinguere, per esempio, il suono di un pianoforte da quello di una chitarra.
L'intensità di un suono è data dalla forza con cui viene prodotto o percepito.
L'alternarsi di suoni forti e deboli genera la dinamica.
Le note musicali
Chi di noi non conosce le note musicali?!?
Beh, per chi ancora non lo sapesse, le note sono 7 e sono:
DO – RE – MI – FA – SOL – LA – SI.
Nota storica: Gli attuali nomi delle note in uso nei paesi latini risalgono al XII secolo e la definizione del loro criterio e del loro nome è attribuita a Guido d’Arezzo; corrispondono alle sillabe iniziali dei primi sei versetti di un inno a San Giovanni Battista:UT queant laxis REsonare fibris MIra gestorum FAmuli tuorum SOLve polluti LAbii reatum, Sancte Iohannes (affinché i tuoi servi possano cantare con voci libere le meraviglie delle tue azioni, cancella il peccato, o santo Giovanni, dalle loro labbra indegne). Nel XVI secolo la settima nota riceve il suo nome definitivo (SI, dalle iniziali di Sancte Iohannes) e nel XVII secolo la nota UT (nome ancora oggi usato in Francia) viene sostituita con il nome attuale DO. Anticamente si usava una notazione di origine greca che utilizzava le lettere dell’alfabeto. Tale notazione è ancora in uso nei paesi di lingua inglese:
A = LA ; B = SI ; C = DO ; D = RE ; E = MI ; F = FA ; G = SOL. La notazione letterale è tuttora in uso anche nei paesi di lingua tedesca, con un'unica differenza: la nota SI viene indicata con la lettera H (mentre B corrisponde al si bemolle).
Esse vengono rappresentate sul pentagramma in modo da distinguerne l’altezza. In realtà, i suoni producibili sono ben più di sette. Quindi, per raffigurarli tutti, occorre ripetere la sequenza delle sette note più volte a diverse altezze. Questo provoca la ripetizione dei nomi ogni sette note. L'ottava nota ha lo stesso nome della prima. Infatti la distanza tra due note di ugual nome ma di altezza diversa si chiama "ottava". Piu' precisamente l'ottava e' divisa in dodici parti uguali: i sette suoni principali e le cinque alterazioni. Queste dodici frazioni sono chiamate semitoni; due semitoni formano un tono. Per capire meglio questo concetto si pensi alla tastiera di un pianoforte, composta di tasti bianchi e tasti neri. I tasti bianchi corrispondono ai sette suoni principali (le sette note), i tasti neri alle loro alterazioni. Il passaggio da un tasto a quello adiacente (bianco o nero) e' un semitono (o mezzotono).
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